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Trovati 7 documenti.
Progetto "Menabò" (1959-1967) / Silvia Cavalli
Venezia : Marsilio, 2017
L'Italia di Adriano Olivetti / Alberto Saibene
Roma ; Ivrea : Edizioni di Comunità, 2017
Via Jervis ; 13
I "Piacentini" : storia di una rivista (1962-1980) / di Giacomo Pontremoli
[Roma] : Edizioni dell'asino, 2017
Si deve, si può
In questo mezzo sonno : Vittorio Sereni, la poesia e i dintorni / a cura di Giancarlo Quiriconi
Venezia : Marsilio, 2017
Ricerche
Milano : Biblion, 2017
Scriba ; 4
Milano : Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2017
Carte raccontate
Roma : Alegre, 2017
Scritture resistenti
Abstract: Questa storia inizia in un archivio speciale di una città particolare. È il 2012 quando Ivan Brentari spulcia falcioni all'Archivio del lavoro di Sesto S. Giovanni, la "Stalingrado" d'Italia. Tra le scartoffie, spunta una risma di carta velina. Comincia a leggere e... no, non sono comunicati stampa o verbali di assemblee. Sono racconti, scritti da metalmeccanici, per un concorso della Fiom di Milano. Indetto nel 1963, al termine di un triennio di lotte, le prime vittorie dei lavoratori dopo la Liberazione. Racconti mai pubblicati, rimasti nella polvere per cinquant'anni, nonostante una giuria composta da Umberto Eco, Franco Fortini, Giovanni Arpino e Luciano Bianciardi. Ivan pensa che di racconti del genere ce ne sarebbe ancora bisogno: scritti dagli operai, senza filtri da giornalisti e false rappresentazioni. Nasce così il collettivo MetalMente, grazie a un laboratorio narrativo animato da Wu Ming 2 e da un gruppo di lavoratori iscritti alla Fiom. Ma a differenza del 1963, la scrittura è collaborativa, a più mani, per reagire a un mondo del lavoro così frammentato e precario da creare solitudine. Ne risulta un libro intessuto come una treccia. Tre filoni che si alternano tra di loro, disvelando vicende vere e di fantasia. Uomini, tempi e narrazioni saltano gli uni dentro agli altri, si mescolano, si confondono. Ci sono i racconti del '63 - compreso quello di Bianciardi, da cui nacque l'idea del concorso -, quelli collettivi del 2015 e le infrastorie di entrambe le epoche, scritte impastando documenti originali, dialoghi, aneddoti e testimonianze. Il risultato è un romanzo storico ipercollettivo, che racconta, dal punto di vista dei metalmeccanici, la trasformazione del mondo del lavoro.